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Darwin Day 2023

Sull'evento

ll Darwin Day è una celebrazione in onore di Charles Darwin che si tiene in occasione dell'anniversario della sua nascita, il 12 febbraio. Questa tradizione è nata inizialmente in Inghilterra e negli Stati Uniti immediatamente dopo la morte di Darwin stesso nel 1882 e continua tutt'oggi in tutto il mondo.

I Darwin Day, divenuti occasione per difendere l'impresa scientifica attraverso i valori del razionalismo e della laicità, vengono organizzati di norma nel mese di febbraio. Spesso però, grazie ad eventi collaterali come dibattiti e conferenze, si protraggono finoltre il mese di aprile. In Italia, i Darwin Day vengono celebrati dal 2003 grazie soprattutto, ma non esclusivamente, all'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.

Dal 9 al 12 febbraio 2023 torna il Darwin Day di Milano, che celebra la sua ventesima edizione. Il tema conduttore è il ruolo dei colori nel mondo naturale, e sarà anche un’occasione per ricordare il bicentenario dalla nascita di Alfred Russel Wallace. Sarà possibile seguire la diretta degli eventi del 9 e del 10 febbraio dalle pagine Facebook di Scienza in rete, del Museo di storia naturale di Milano, di Pikaia, della Società italiana di scienze naturali oppure dalla home page di Scienza in rete.
Era "parola" il tema della 23ª edizione dell'edizione che si è tenuta il 15, 16 e 17 settembre 2023.

Date

9-12 Febbraio 2023

Ancora oggi capita, a chi acquista collant, di sentirsi proporre nella rutilante offerta della moda, un ‘color carne’, neutro e quindi facilmente abbinabile a tutto. Siamo certi che sia ‘neutro’? Alla carne di chi, specificamente, si fa riferimento? A quella delle donne dalla pigmentazione epidermica chiara, che ancora, insieme con gli uomini, vengono ascritte alla “white race”, alla “razza bianca”. Sino a pochi anni fa, l’industria della moda e quella cosmetica hanno prodotto e pubblicizzato massimamente abiti, accessori e trucchi pensati per chi ha la pelle chiara. Sembrano dettagli frivoli, invece testimoniano il comune sentire, l’invisibile pensare che orienta e marginalizza, segrega e disprezza, sentenzia ed esclude. Il mite ‘color carne’ non è stato, e non è, che una sottile elegia del colore bianco culturalmente inteso, perché a essere precisi i bianchi sono rosa e beige, in una gamma di sfumature che Angelica Dass, artista brasiliana contemporanea, ha mostrato in una collezione di volti e sfondi che corrispondono alla scala cromatica Pantone. Il titolo evocativo di quell’opera è Humanae. Iniziò Charles Darwin a prendere intelligentemente e intuitivamente le distanze dall’esistenza delle razze tra gli umani, pur senza avere la genetica dalla sua a fornirne le prove. Instancabilmente, rigorosamente, continua tra gli altri Nina Jablosnki antropologa e paleobiologa statunitense, a spiegarci come le differenze di pigmentazione abbiano risposto evolutivamente a pressioni ambientali precise, e non servano a indicare alcuna differenza sostanziale tra gli umani, con esiti ancora poco impattanti non certo nella comunità scientifica, ma in quella culturale, politica, sociale. Occorre che la scienza faccia discorso comune, non condiviso tra soli specialisti, ma divulgato e sentito come antidoto al razzismo, all’odio, alla discriminazione, alle sue false palettes di colori che ancora distinguono in bianco igienico, puro, fresco, pulito, e lavoro nero, giornate nere, ricatti (blackmail), pagamenti in nero. O torneremo ai tempi di Calimero, il pulcino sfortunato perché nero, salvato dal detersivo sbiancante.

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